10 Guitar for One Hand Band

10 Guitar for One Hand Band

10 Guitars for One Hand Band

Dieci chitarre per dieci studi in Flatfinger

I brani di questo disco, fanno riferimento agli studi musicali contenuti nei primi sette capitoli del metodo sul “Flatfinger” pubblicato nel settembre 2011 dalla “Finger-Print” per Acoustic Music.de di Peter Finger, noto chitarrista della scena Fingerstyle internazionale. La scaletta del disco rispetta la sequenza degli studi contenuti nel metodo dedicato alla tecnica “Flatfinger” ripresi e sviluppati poi nella versione integrale contenute nel secondo volume intitolato “One Hand Band”, “Dieci Studi in Flatfinger”.

Per quasi una trentina d’anni, ho suonato la mia Larrivèe, stabilendo un rapporto con questo strumento quasi simbiotico. A metà degli anni 2000, grazie all’incontro con il liutaio Aldo Illotta, ho iniziato ad esplorare altre sonorità, accorgendomi dei limiti che la mia fedele compagna poneva alle mie esigenze di interprete e compositore. Da allora, ho iniziato a indagare sulla possibilità di realizzare uno strumento che mi desse le stesse caratteristiche di stabilità e confort della mia chitarra, frutto di uno dei primi progetti del liutaio Jean Claude Larrivèe, ma che avesse una maggior dinamica e una sonorità più ampia e ricca di colore.

La mia esplorazione nel campo della liuteria si è ampliata, anche grazie ai numerosi allievi e amici che, mi hanno concesso il privilegio di sistemare il set-up delle loro chitarre, attratti dalla “comodità” dei miei strumenti il cui settaggio avevo curato personalmente. Ho avuto così l’opportunità di venire a contatto con strumenti di grande prestigio, accrescendo ulteriormente la mia esperienza e conoscenza in campo di strumenti artigianali di alta liuteria e di conoscerli meglio anche sotto il profilo delle loro resa sonore e della loro potenzialità espressive musicali.

All’atto di registrare il disco con le versioni artistiche degli studi contenuti in questo secondo volume dedicato al Flatfinger, un po’ per gioco e un po’ attratto dall’idea di offrire all’ascoltatore una sorta di documento sonoro, ho deciso di effettuare un excursus di alcuni di questi strumenti così interessanti e diversi tra loro, affidando ad ogni chitarra un brano diverso, inclusa la mia storica Larrivèe. E’ da precisare però che alcuni di questi strumenti erano stati suonati pochissimo o addirittura chiusi nel loro fodero da settimane e che una chitarra per dare il meglio di sé dovrebbe essere suonata costantemente da almeno qualche mese.

Bisogna dire che non è semplice avere l’occasione di reperire qui in Italia strumenti di liuteria così pregiata, ben settati e pronti per effettuare una registrazione professionale. E’ dunque grazie alla disponibilità e all’entusiasmo dei possessori di queste splendide chitarre, rese ancora più perforanti dal trattamento di set-up ricevuto, che ho potuto realizzare “10 Guitars for One Hand Band”, un disco didattico, che al contempo vuole essere anche uno stimolo a suscitare l’interesse dell’appassionato conoscitore e amatore della sei corde.

Per ragioni pratiche, (non essendo possibile stabilire una scaletta in base al “valore” del suono dello strumento, in quanto soggettivo), ho pensato di abbinare queste dieci chitarre, selezionate tra molte,  ai brani del metodo seguendo una sequenza basata sul valore commerciale approssimativo del singolo strumento, ma cercando comunque di combinare il suono della chitarra con il carattere del brano.

Al fine di creare un “ambiente-sonoro” neutro, comune ad ogni chitarra, adatto ad accogliere le diverse caratteristiche dinamiche e di colore, senza dover effettuare in fase di mixaggio eccessive correzioni e tagli di frequenza, ho posizionato i microfoni piuttosto lontani (in basso) rispetto al corpo della chitarra. Il mio ruolo in qualità di “Fonico” è stato poi di effettuare le necessarie correzioni acustiche cercando il più possibile di mantenere il colore tipico di ogni strumento.

Anche se ad un primo ascolto potrebbe sembrare che non vi siano particolari differenze tra gli strumenti registrati, ascoltando più attentamente, sarà invece possibile individuare sfumature e colori che differenziano ognuna di queste chitarre tra loro. Personalmente ho notato che le “aree sonore” più significative da osservare per meglio identificare queste differenze di colore, sono quelle relative alle frequenze medie  (300Hz – 2.000KHz)  e a quelle alte, (2000KHz – 5000Hz) che di solito sono imputabili alla qualità e alla  tipologia dei legni con cui sono costruite le chitarre mentre,  la resa sonora dello strumento, la dinamica e l’ampiezza e profondità dei bassi, solitamente dipendono invece dalla dimensione della cassa (volume d’aria) e dalla modalità di costruzione che il liutaio effettua su un dato tipo di modello in base alla tipologia del legno con cui si sta apprestando ad assemblare lo strumento.  Ad esempio, saper effettuare un preciso “Fine-Tuning”, ovvero una “chiusura” della cassa acustica della chitarra con una tensione interna creata precedentemente al montaggio delle corde, (che a loro volta creeranno altra tensione modificando così ulteriormente la risposta in dinamica dello strumento) permetterà, a quello specifico modello di esprimere al massimo tutte le sue potenzialità sonore.

Tutti i brani sono stati registrati con due microfoni “Neumann U-87”  e  “Motu Ultra Light mk3” Audio Interface.

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1 Bell circle – Larrivèe L 07

Sound board Sitka Spruce – Back/Sides solid East Indian Rosewood (discontinued Products)

http://www.larrivee.com/instruments/acoustics/index.php

Questa Larrivèe, soprannominata la “Signora”, vanta quasi una trentina d’anni di attività al mio fianco accompagnandomi nelle mie composizioni, registrazioni e concerti. Con lei ho esplorato vari territori sonori, da quelli acustici tradizionali, presenti nel mio primo album Bhakta Priya (1990), in Short (2000) e Zumiè  (2007), ai più immaginifici e surreali contenuti in “Spirali” (2001) e nei due Music Experience vol. I e II, (2004-2006). Questi ultimi sono stati realizzati grazie all’utilizzo del primo sistema “Midi” (Gk2) disponibile in Italia col quale, unito all’uso del “Sampler”  (Jam Man), con l’intento di ampliare le possibilità del suono puro della chitarra acustica, esploravo nuovi moduli espressivi. E così, in questo spirito di sperimentazione, fino circa il 2005, la “Signora” è stata oggetto di numerosi “interventi” e, con ogni probabilità, è stata la prima in Italia ad avere installato un set-up di questo tipo in modo continuativo. Venendo invece alle sue caratteristiche sonore, questo modello ormai fuori produzione, presenta un suono compatto, molto adatto allo “strumming”, con un colore brillante e ben definito nell’area dei cantini, caratteristica tipica di un piano armonico in Sitka Canadese, con bassi profondi e ricchi di fondamentale, (sicuramente favoriti anche da un “Truss Rod” fisso) molto adatti a simulare un bel suono “Funky” e corposo tipico di un basso elettrico (strumento che amo moltissimo suonare).

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This Larrivée, nicknamed “La Signora (The lady)”, shared with me nearly thirty years of musical activity, accompanying me in my compositions, recordings and concerts. With her, I explored different sonic territories, ranging from traditional acoustic tunes, present in my first album Bhakta Priya (1990), as well as in Short (2000) and Zumiè (2007), to the more imaginative and surreal pieces found in Spirals (2001) and in Music Experience vol. I and II, (2004-2006). These were recorded by using the first “Midi” GK2 system available in Italy coupled to the Jam Man Sampler with the aim to expand the possibilities of the pure acoustic guitar sound, exploring new forms of expression. And so, in this spirit of experimentation, until about 2005, the “Lady” was the subject of several “surgeries” and was most likely the first in Italy to have continuously installed such a set-up. But now back to the sound. This model, no longer in production, has a tight sound, well suited to “strumming”, with a bright and well defined color in the trebles, a typical feature of a Canadian Sitka soundboard, with deep lows rich in the fundamental (certainly also favored by a fixed truss rod) well suited to simulate the nice “Funky”, full-bodied sound typical of an electric bass (an instrument that I really love to play).

2 Sweet Melody – Martin HD-28VS D-12 Fret

Sound board Sitka Spruce  Back/Sides solid East Indian Rosewood

http://www.martinguitar.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=191:hd-28vs&Itemid=6

Proprietario Luciano G.

Non ho mai amato in particolar modo le chitarre di cassa troppo grande, ma questa Long-Dreadnought mi ha sorpreso per il notevole bilanciamento, un bel sustain e tutto sommato per una buona intelligibilità dei cantini. E’ noto che, generalmente nelle chitarre a 12 tasti, sia per uno spostamento di catenatura interna allo strumento, che per una maggior ampiezza di cassa, i bassi fuoriescono in maniera più libera rispetto a modelli più piccoli e più proiettivi, dando così una resa sonora più ampia e profonda rispetto alle chitarre a 14 tasti. Questa Martin, dal suono morbido e avvolgente, grazie a una particolare rotondità dei cantini, si presta bene a brani lenti e poetici (come Sweet Melody) quanto, per la sua plasticità ed elasticità sonora equilibrata e compressa, a interpretare brani di tipo fusion anni ’80, di cui non sembra  esserci più traccia, davvero una Martin fuori dal comune!

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I never particularly loved guitars with too large bodies, but I was surprised by the remarkable balance, good sustain and overall good treble intelligibility of this Long-Dreadnought. It is well known that, generally, in 12 fret-to-the body guitars low frequencies project with more freedom compared to instruments with smaller bodies yielding a wider and deeper sound compared to guitars with 14 fret necks. This may depend both on bracing repositioning and wider body size. This Martin has a smooth “surround” tone, with a particular roundness of the high strings, well suited for slow and poetic tunes (like Sweet Melody). At the same time, because of its frequency balance and compressed sonic output, stands out well when playing fusion tunes, so common in the ’80s, and virtually disappeared today. Really an outstanding, if a bit unusual, Martin!

3 Carillon – Bourgeois OM Vintage

Sound board Red Adirondack Spruce – Back/Sides solid East Indian Rosewood

http://www.pantheonguitars.com/guitars/guitars_PRO-vintageOM.htm

Proprietario Roberto M.

Tra le varie Borgeois che ho avuto occasione di provare (ne ho acquistata una personalmente che ho poi rivenduto perché poco adatta al mio modo di suonare) questa dell’amico Roberto, è secondo me particolarmente riuscita. Di solito questi modelli presentano le caratteristiche tipiche delle “OM” Vintage, che solitamente godono di una forte proiezione e intelligibilità sonora, ma con una definizione di suono e una potenza in volume sicuramente maggiore delle tradizionali sorelle Martin. In questa chitarra invece, prevale un suono nitido e terso (ma per niente esile), con un’apertura di suono insolita per questo modello dal corpo medio-piccolo molto proiettivo e compresso. Probabilmente, le caratteristiche di trasparenza sonora e al contempo di presenza e brillantezza timbrica di questo strumento, sono date anche da un bellissimo piano armonico in abete Adirondack che il costruttore Dana Borgeois definisce come il legno armonico per eccellenza che si sostanziano in una bella lucentezza nell’area dei cantini, e all’occorrenza anche una certa “aggressività” insomma, una piccola ma ruggente OM Vintage

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Among the various Bourgeois I had the opportunity to try (I bought one personally that I then sold because it did not suit my playing style) I think that Roberto’s guitar is particularly successful. These models usually have the typical characteristics of “OM” Vintage, with a strong sound projection and intelligibility, but definitely with more sound definition and volume compared to their typical Martin counterparts. In this guitar however, a defined and clear (but by no means thin) sound prevails, with an unusual openness for this small-medium body model characterized by a very compressed and projective sound. Probably, the beautiful Adirondack spruce soundboard – defined by the builder Dana Borgeois as the harmonious wood par excellence – contributes to the transparency, brilliance and presence of the sound of this instrument with beautiful shiny trebles, that when required reacts well to more   “aggressive” playing: in short, a small, but roaring,  OM Vintage!

4 Jam Blues – Chatelier  Polivalent

Sound board Gderman spruce – Back/Sides solid East Indian Rosewood

http://www.chatelierfreres.com/Fr/Inc/galerie

Le chitarre Chatelier sono definite dai costruttori, i fratelli Chatelier, chitarre polivalenti e sono progettate per offrire la maggior versatilità possibile al chitarrista che desidera suonare nel modo flat-picking/strumming o Fingerstyle, oppure entrambi contemporaneamente come accade a me ormai da qualche anno. Questa chitarra, battezzata  “La Brunetta” per il colore del piano armonico leggermente brunito tipico delle chitarre vintage e un carattere sonoro sanguigno e vivace, è il secondo dei tre strumenti costruito per me dai fratelli Ch’atelier. Pur non soddisfacendo appieno le aspettative per cui era stata progettata, questa chitarra ha comunque sorpreso tutti per come il suono sia andato via via definendosi nella consueta fase di assestamento e maturazione, raggiungendo un risultato un po’ atipico per le caratteristiche sonore che contraddistinguono le chitarre Chatelier. La sua forza di proiezione sonora, l’intelligibilità di ogni singola nota, la risposta al tocco particolarmente veloce e immediata unite ad un timbro molto pronunciato nell’area dei medi-alti, ricordano per certi versi le chitarre Manouche, ma con una pasta più morbida e una sonorità  più ampia che in definitiva, rendonoa mio parere, questo modello di chitarra perfetto per il R&B..!

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Chatelier’s guitars are defined by the manufacturers, the Chatelier brothers, as polyvalent guitars, designed to offer the most versatile guitar playing experience to the musician who wants to play flatpicking/strumming or fingerstyle, or both simultaneously as I have been regularly doing in the last few years. This guitar, dubbed “The Brunette” for the slightly brown color of the soundboard, typical of vintage guitars, and a lively and hot-tempered character, is the second of three instruments built for me by the Chatelier brothers. While not fully in line with my expectations, after the usual period of adjustment and maturation, this guitar has however reached a surprising character, albeit a bit atypical compared to sonic characteristics that distinguish the Chatelier guitars. Its sound projection, the intelligibility of every single note, the fast touch response and the clarity of medium-high frequencies are remarkable and reminiscent of the Manouche guitars, but with a softer and broader sound palette that ultimately, in my opinion, make this guitar perfect for R & B!

5 A’ Maneira de Samba – Illotta Grand Auditorium

Sound board Alaska Sitka Spruce – Back/Sides solid East wild Indian Rosewood

http://www.italianguitars.com/pagine-chitarre/acustica-1.html

Sono diversi anni che collaboro con Aldo Illotta, e questa “Grand Auditorium”, strumento di grande finitura ed eleganza che convince sin dal primo colpo d’occhio, è la terza chitarra consegnatami da Aldo alla fine del 2010, mentre la prima la ricevetti nel 2006. Già nei primi concerti, ancora giovanissima, ha mostrato di avere nelle sue corde un tono di grande maestosità, dato probabilmente da un suono che si è mostrato sin dall’inizio molto aperto e profondo e in fase di registrazione ha dato prova di eleganza e raffinatezza. Questo modello in abete Sitka, rispetto alle altre Illotta solitamente costruite con abete Val di Fiemme, sembra essere caratterizzato da un timbro tendente al metallico diffuso un po’ su tutta l’area dei cantini. Ciò potrebbe essere dovuto anche alla natura sonora tipica di questo legno che gode di una fibra piuttosto rigida rispetto ad altri abeti. Considerando che il timbro dei cantini delle chitarre Illotta inizialmente si presentano solitamente un po’ leggeri e trasparenti, ma che col tempo acquistano corpo e rotondità, sono certo che ben presto anche questa Grand Auditorium, raggiungerà, e forse aggiungerà quel qualcosa in più alla consueta magia del suono Illotta!

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I have been collaborating with Aldo Illotta for several years. I received his first guitar in 2006. This “Grand Auditorium” is the third guitar given to me by Aldo at the end of 2010. She is an instrument of great craftsmanship and elegance that impresses at first glance. Even at the first concert, still immature, she immediately showed a majestic, open and deep tone that proved  elegant and sophisticated in recording. The trebles sound a bit metallic, possibly because of the top in Sitka spruce, whose fibers are known to be more rigid compared to other spruce varieties, such as Italian alpine spruce from Val di Fiemme that Aldo usually employs in his guitars. Considering that Illotta guitars initially display “light and transparent” trebles that gradually acquire full body and roundness, I am sure that this Grand Auditorium, will soon reach full maturation, possibly adding something extra to the usual magic sound of Illotta guitars!

6 Jazz Waltz – Goodall Long-Dreadnought

Sound board Adirondack  Spruce Back/Sides solid East Indian Rosewood

http://www.goodallguitars.com/tradldlg.htm

Proprietario Marco V.

Una strana combinazione d’incontri con questa “Long-Dreadnought”. Me la trovai tra le mani qualche anno fa mentre stavo cercando uno strumento per me, ma, se pur incantato dal suono ampio e definito, la scartai per la tastiera che finiva al dodicesimo tasto. Mi riapparse poi tramite un mio studente e la scelsi senza esitazione per interpretare Jazz Waltz, dopo averla settata e sistemata per la registrazione. L’ampiezza del corpo, unito ad un piano armonico in Adirondak, conferiscono a questa Goodall un’insolita combinazione di dettaglio della nota e avvolgente ed ampio surround dei bassi che creano un perfetto “ambient” sonoro per questo brano. La tastiera ampia e piatta, ha invece contribuito a rendere piacevole l’incisione di questo slow waltz ispirandomi, in fase di improvvisazione solista, alcuni passaggi e soluzioni ritmiche che probabilmente non avrei preso in considerazione con un altro set-up. Una long-body di grande raffinatezza anche nelle finiture, uno strumento tanto piacevole al tocco, quanto gradevole da indossare!

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A strange combination of encounters with this “Long-Dreadnought”. I found it in my hands a few years ago while I was looking for a new instrument for me, but, though enchanted by the big and defined sound, I discarded her because the fretboard joins the body at the twelfth fret. She then reappeared with a student of mine and I chose her without hesitation to interpret Jazz Waltz, after a fresh set-up that made it ready for recording. The size of the body, combined with an Adirondak soundboard, confer to this Goodall an unusual combination of note detail and a big, almost surround sound in the low frequencies that create a perfect “sonic ambient” for this song. The wide, flat keyboard, has contributed to an enjoyable recording of this slow waltz and inspired me some improvised solo passages and rhythmic solutions that probably I would have not considered with another set-up. A remarkable long-body, refined in both sound and look, an instrument that is as pleasant to hold, as it is beautiful to play!

7 Jump Rope – Baranik CX Specs

Sound board Italian Spruce (Sunburst ) – Back/Sides solid Madagascar Rosewood

http://www.baranikguitars.com/cx.htm

Proprietario Marco M.

Anche con questa chitarra ebbi un breve flirt quando la provai dagli amici del negozio di strumenti GBL, la boutique Milanese delle chitarre acustiche. Mi affascinò subito per la personalità sonora e un fondo in Palissandro Madagascar che per le sue venature sembrava un dipinto, ma un po’ meno per il top verniciato sunburst e per la spalla mancante. Me la ritrovai qualche tempo dopo, acquistata da un mio allievo, a cui gliene avevo parlato con entusiasmo e che, come la vide e la suonò, amò al primo tocco! Di questa chitarra, impressiona come il corpo medio-piccolo possa emettere un suono così definito, potente e ricco di bassi. La “CX Specs” è il modello più utilizzato dal chitarrista che ama uno strumento abbastanza versatile. Il top in Val di Fiemme le conferisce una bella risposta sulle medio-basse, forse però meno incisiva sui cantini che risultano essere particolarmente dolci e a tratti un po’ velati. Suonarla dà il piacere di “giocare” con uno strumento effettivamente molto versatile, con una ricchezza timbrica che favorisce comunque una bella resa espressiva del canto, sempre ben supportate da bassi profondi e ricchi di “fondamentale”, una piccola Baranik dal cuore grande!

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I had a brief encounter also with this guitar when I tested it at GBL, a friendly boutique guitar shop in Milano. I was immediately fascinated by her sound personality and figured Madagascar rosewood back and sides, but a little less by the sunburst top and the cutaway. I described the CX with enthusiasm to a student of mine, who fell in love with the guitar as soon as he played her. This guitar has a defined, powerful and bass-rich sound, quite impressive for its small-medium body. The “CX Specs” is the model used by the guitarist who wants a pretty versatile instrument. The Val di Fiemme spruce top gives it nice medium-low frequencies, though perhaps is less incisive on trebles that are particularly sweet and sometimes a bit subdued. The playing experience confirms the guitar versatility, the rich sound palette that promotes expressive rendition of the melody, always well supported by a well-defined bass, and deep and rich “fundamentals: a small Baranik with a big heart!

8 Caribbean Children – Kevin Ryan Mission

Sound board Engelmann spruce (Bear Claw) – Back/Sides solid East Indian Rosewood

http://www.ryanguitars.com/Main-Mission.html

Proprietario Stefano C.

Con l’amico Andrea B., appassionato conoscitore della più pregiata liuteria internazionale, presi parte all’acquisto di questa chitarra quando ancora si trovava in un negozio dell’area Californiana. Quando arrivò, era in evidente stato di “abbandono”, non suonava da tempo e portava segni di trascuratezza a cui dovetti provvedere con un significativo intervento di set-up, e prima che riacquistasse il suo giusto tono vocale dovemmo tutti, proprietario e amici, suonarla parecchio. A questo proposito, Kevin Ryan sostiene che le sue chitarre, per raggiungere il massimo della resa sonora, devono essere suonate con regolarità per un periodo di circa tre mesi. Come aprimmo la custodia, l’attenzione cadde subito sul bellissimo top in Engelmann dal color giallo-oro, caratterizzato da una insolita maschiatura ad effetto flambè ad onda larga, che solitamente conferisce al piano armonico una particolare rigidità. Il suono che emette lo strumento, risulta essere piuttosto fermo e bilanciato (flat), i cantini invece, grazie alla tipologia dell’Engelmann, dopo una ventina di minuti che la si sta suonando, presentano una rotondità e  una purezza unica, dovuta probabilmente anche all’influenza di questa maschiatura. La sensazione sui cantini è di un suono rotondo e setoso, adatto ad esprimere temi lirici, quasi classici. Strumento molto stabile, forse di volume non molto dinamico, è decisamente confortevole per la mano sinistra e al contempo abbastanza veloce, pronto, per la mano destra, una Mission dal suono color miele!

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With the friend Andrea B., passionate connoisseur of the finest international guitar luthiery, I was involved in the purchase of this guitar when she was still in a guitar shop in California. At arrival, the Ryan was in a state of “abandonment”, having not been played for a long time and bearing signs of neglect. With an appropriate and substantial setup and after many and many hours of playing by the owner and his friends she finally regained her true tone. In this regard, Kevin Ryan says that to achieve maximum sonic performance his guitars must be played regularly for a period of about three months. Immediately after opening the case, the beautiful gold-yellow Engelmann top, characterized by an unusual wide-wave flambé effect and which may be correlated to the particular rigidity of the soundboard, immediately caught our attention. The sound is rather stationary, linear and balanced, but the trebles enjoy a unique roundness and purity, likely because of the properties of the unique Engelmann soundboard. The round and silky trebles are well suited to express lyrical, almost classical themes. The instrument is very stable and comfortable for the left hand and is both dynamic and fast for the right hand: a shimmering, honey-colored-sounding Mission!

9 Little Waltz for You – Claxton EM

Sound board German Spruce – Back/Sides: Brazilian Rosewood

http://www.dreamguitars.com/detail/2283-claxton_em_79_139/

Proprietario Stefano C.

Anche questa bellissima chitarra ha una storia di curiose coincidenze. Mi fu mostrata per la prima volta da un amico, Massimo S., colui che mi aprì una finestra sulla liuteria internazionale e mi permise di conoscere da vicino alcuni tra i più importanti di questi strumenti, che se ne liberò in seguito per l’eccessiva “durezza” della tensione delle corde. In effetti questo strumento, godendo di una certa flessibilità ed elasticità nel suono, può risultare impegnativo per la mano sinistra che, a seconda della pressione che si imprimerà alle corde con la mano destra, sarà costretta ad esercitare una pressione maggiore sulla tastiera. Questo ha costituito per me una bella sfida al momento di allestire un set-up adatto ad essa, ma anche una grande soddisfazione a “sentirla” morbida e godibile su tutta la tastiera a lavoro fatto. Dopo aver suonato una chitarra un po’ su tutta l’estensione della tastiera, la prova che faccio per conoscere un po’ meglio lo strumento che sto imbracciando è di tamburellarne il fondo per sentire come risuona. Da li mi faccio un’idea della tensione che ha la cassa e dello spessore dei legni con cui è costruita, e il back di questa Claxton è certamente tra i più risuonanti di queste dieci chitarre. La sensazione che ho avuto al primo tocco, è la stessa che caratterizza gli ultimi modelli delle chitarre Chatelier, cioè una notevole risposta e intelligibilità dei suoni su tutta la tastiera che permette al chitarrista più esigente, di poter dare il giusto peso e colore ad ogni nota, con la differenza che la Claxton ha in più una tridimensionalità sonora fuori dal comune. Una chitarra estremamente sensibile, dinamica e proiettiva che predilige un tocco dallo stile raffinato!

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This beautiful guitar has also a history of curious coincidences. It was shown to me for the first time by a friend, Massimo S., who opened me a new window on international guitar luthiery, allowing me to get in touch with some of finest hand-built guitars.  Because of excessive string tension, he later got rid of this guitar. In fact, this instrument, that shows a degree of flexibility and elasticity in the sound, can be challenging for the left hand that will be forced to put more pressure on the fretboard depending on the pressure exerted by the right hand. This posed a serious challenge for finding a suitable set-up, but also resulted in a great satisfaction in feeling it smooth and enjoyable on the whole fretboard after the setup was completed. After playing a bit a guitar along the whole fretboard, I like to gently tap the back to hear how it resonates. This gives me an idea of the tension and the thickness of the wood: the back of this Claxton is certainly the most resonant of all the guitars I’ve tried so far. The feeling I had at first touch, is the same one that I find in the latest Chatelier guitars, i.e. a remarkable response and intelligibility of sounds across the fretboard that allows the most demanding guitarist to give the right weight and color to each note, the difference being that this Claxton has a more unique three dimensional sound. An extremely sensitive and dynamic guitar, with a remarkable projection and that deserves to be played with a refined touch!

10 Arise and Shine – Olson Small Jumbo

Sound board German Spruce Back/Sides: Brazilian Rosewood

http://www.olsonguitars.com/guitar_models.html

Proprietario Stefano C.

Nell’imbracciare questa Olson, soprannominata dagli amici La “Regina” per la ricchezza degli intarsi che caratterizzano questo modello, si percepisce immediatamente un lavoro di liuteria di altissimo pregio e raffinata manualità che ben supporta un suono effettivamente dotato di una raffinatezza ed un’ eleganza fuori dal comune. Pur essendo una piccola Jumbo, gode di una buona profondità dei bassi che risultano all’orecchio essere avvolgenti e che richiamano a tratti quelli di una Dreadnought ma più contenuti e definiti nella loro ampiezza sonora. I cantini sono gradevoli al tatto, con un suono forse un po’ sottile (ma la chitarra è ancora nuova) è molto ben definiti. Sembra essere però evidente che questa chitarra è stata costruita con un pensiero più rivolto a cantautori della levatura di James Taylor, o per quei chitarristi che amano suonare con tocco leggero brani dal sapore più evocativo che aggressivo. In effetti, la registrazione di “Arise and Shine”, il brano abbinato alla “Regina”, pur godendo di un’immagine sonora ampia e orchestrale, avrebbe richiesto forse che il canto emergesse in maniera più netta rispetto all’accompagnamento. Ma quello che vale per questa chitarra, come per la Claxton esaminata prima, è la grande varietà di suoni e colori che ha da offrire dando così la sensazione di immergersi in uno stimolante susseguirsi di paesaggi sonori, un caleidoscopio di colori!

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In holding this Olson, friendly nicknamed the “Queen” for the wealth of appointments that characterize this model, one immediately perceives a luthiery work of the highest quality and craftsmanship that actually supports an uncommonly refined and elegant sound. Although a small jumbo, this Olson enjoys good, deep enveloping basses that at times recall those of a Dreadnought, only a bit more defined. Trebles are pleasant to the touch, possibly a bit thin but well defined. It seems clear, however, that this guitar was built more for singer-songwriters of the caliber of James Taylor, or for guitarists who like to play – with a light touch – music with an evocative mood. In fact, while the tune Arise and Shine benefits from the wide, almost orchestral sound image, it would have benefitted as well from a more defined emergence of the melody compared to the accompaniment. But the strong asset of this guitar, as for the Claxton discussed above, is the great variety of sounds and colors she has to offer and that makes the “Queen” a magical kaleidoscope of sound landscapes!

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